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cybercondria

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cybercondria

“Questa mattina, mi sono svegliato e ho avuto la sensazione di non vedere molto distintamente e di avere forse un lieve pesantezza del capo. Ho digitato ricercando in internet: “riduzione della vista e mal di testa”. Tra i risultati di google appaiono molte pagine che riportano informazioni relative a tumori cerebrali! La mia preoccupazione cresce e con essa il desiderio di ricercare in internet altre informazioni sul mio stato di salute”.

Il termine cybercondria è un neologismo, creato dall’unione delle parole: cyber ed ipocondria e si riferisce alla ormai molto diffusa tendenza di ricercare su internet le informazioni mediche relative al proprio stato di salute. La cybercondria é quindi la controparte online dell’ipocondria, è piú accentuata per coloro che temono l’ignoto e colpisce oltre il 32% della popolazione mondiale. Circa otto italiani su dieci digitano il sintomo di cui soffrono in qualche motore di ricerca per avere spiegazioni sullo stato di salute.

Le persone che hanno una “intolleranza all’incertezza” adottano “comportamenti di sicurezza” – come controllare i sintomi online – per tentare di ridurre il loro disagio. Ma esplorare il web alla ricerca di informazioni mediche può potenzialmente portare a maggiori livelli di incertezza, ha affermato il ricercatore Thomas Fergus della Baylor University in Texas, che ha dichiarato: “Se sono una persona a cui non piace l’incertezza, aumenta la mia ansia, tendo a fare ricerche più approfondite, monitorare di più il mio corpo, andare dal medico più frequentemente – e più cerchi, più aumentano le possibilità di sentirsi piú ammalato del reale”. Il suo studio, pubblicato sulla rivista Cyberpsychology, Behavior and Social Networking, é stato esaminato il livello di ansia per la salute e di intolleranza all’incertezza in 512 adulti sani. È stato confermato che la frequenza della ricerca di informazioni mediche su Internet e l’ansia per la salute diventavano sempre più forti con l’aumentare dell’intolleranza all’incertezza. I risultati hanno mostrato che le persone che hanno difficoltà a tollerare l’incertezza hanno “una particolare probabilità” di sviluppare la cybercondria “Un individuo che cerca informazioni mediche su Internet probabilmente si troverà davanti a molteplici spiegazioni per i sintomi, alcune delle quali potrebbero essere spiegazioni catastrofiche.” Guelfi e Masoni , coordinatori del dipartimento di medicina sperimentale di Firenze, concludono:” Internet possiede caratteristiche che possono portare a un aggravamento dell’ipocondria. È quindi opportuno evitare di fare autodiagnosi online, perché un processo diagnostico non può essere effettuato mediante uno strumento automatico e sulla base di alcuni sintomi che vengono inseriti in un motore di ricerca. La capacità di fare diagnosi è un processo complesso che tiene conto di numerose informazioni che il medico ottiene tramite un colloquio con il paziente ed è una competenza che si acquisisce dopo anni di studio ed esperienza. Da qui la raccomandazione di consultare sempre il medico curante prima di prendere decisioni relative alla propria salute in base a informazioni recuperate in rete.”