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Pandemia e burnout tra i sanitari… e non solo

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Pandemia e burnout tra i sanitari… e non solo

Negli ultimi anni, il benessere, la salute mentale e il burnout dei sanitari sono saliti alla ribalta,  si tratta solo di un fenomeno che si è verificato a causa di questa pandemia? Non esattamente. Il termine ‘burnout’ è stato descritto per la prima volta da Herbert Freudenberger nel 1974. Sebbene non sia considerata una malattia mentale, può essere descritta come conseguenza di uno stress lavorativo caratterizzato da esaurimento, distanza mentale dal lavoro e ridotta efficacia. La pandemia di COVID-19 ha sicuramente esacerbato il burnout, anche se i segnali sono in realtá presenti da molti anni. I sanitari possono essere considerati ad alto rischio a causa dei lunghi orari di lavoro e dei profondi cambiamenti organizzativi.  Il burnout è qualcosa che deve essere riconosciuto e affrontato. I primi segni possono essere la sensazione di essere prosciugati o stanchi per la maggior parte del tempo, con disturbi del sonno e incapacità di staccare la spina. Questo può portare a esaurimento emotivo, mancanza di empatia e realizzazione sul lavoro, e poi, infine, disillusione, scarsa motivazione fino al disinteresse per il proprio lavoro. La maggior parte delle ricerche nel campo del burnout proviene dagli Stati Uniti. Uno studio recente su oltre 35.000 medici ha riportato almeno un sintomo di burnout nel 54% degli intervistati. Durante e dopo la pandemia l’esaurimento emotivo e fisico sono aumentati notevolmente, tanto é vero che molti medici lasciano la professione. Ma cosa provoca il burnout? La mancanza di considerazione da parte dei datori di lavoro e i troppi compiti burocratici sono alcune tra le maggiori cause. Il burnout può avere profonde conseguenze sugli individui, che manifestano di conseguenza una ridotta professionalità, abuso di droghe e alcol, rottura delle relazioni personali, depressione fino al suicidio. Ha anche un effetto negativo di conseguenza sul paziente, con un aumento del tasso di complicanze chirurgiche maggiori. Il disagio emotivo, lo stress e il burnout sono problemi comuni a molte categorie di lavoratori, che sono stati esacerbati da questa pandemia che ha messo in severa crisi l’assetto organizzativo della società.