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Il reflusso faringolaringeo

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Il reflusso faringolaringeo

Il reflusso si verifica quando il contenuto acido dello stomaco risale verso l’alto.
Quando l’acido “refluisce” ripetutamente dallo stomaco nell’esofago, è noto come malattia da reflusso gastroesofageo (GERD). Tuttavia, se l’acido dello stomaco risale oltre l’esofago e raggiunge la gola o la laringe, prende il nome di reflusso laringofaringeo (LPR).
I sintomi che ne derivano possono essere molto vari e combinati in maniera a volte capricciosa. La comparsa di sintomi due o più volte nella settimana indica che è consigliato un trattamento medico.
Nella forma faringolaringea, nella quale il contenuto acido risale l’esofago, non necessariamente avvertiamo il caratteristico bruciore al petto. I sintomi più frequenti consistono in: bruciore di stomaco, eruttazioni, rigurgito, necessità di schiarirsi la gola o tosse, muco retronasale, sapore amaro, sensazione di bruciore o dolore alla gola.
Alle volte domina la sensazione di avere un “nodo” nella parte posteriore della gola, raucedine o cambiamento di voce e talvolta difficoltà a deglutire.
Ne possono soffrire spesso anche i neonati e i bambini con disturbi diversi dagli adulti che possono includere problemi respiratori, tosse, raucedine, respiro rumoroso o asma, russamento o apnee nel sonno, difficoltà di alimentazione, aumento della salivazione.
GERD e LPR possono derivare da debolezza della valvola muscolare che trattiene i cibi nello stomaco. Più spesso, però sono le nostre abitudini sbagliate a favorire questa difficoltà di digestione. Tra queste soprattutto mangiare alimenti come caffè,  cioccolato, agrumi, cibi grassi, cibi piccanti o altre abitudini come alimentarsi troppo e troppo velocemente, cenare tardi, sdraiarsi subito dopo aver mangiato oltre all’uso di alcol e tabacco.
Il reflusso viene per lo più sospettato in base ai sintomi e può essere confermato con test come un esame endoscopico, esami radiografici speciali, uno studio delle 24 ore che controlla la flusso e acidità del liquido dallo stomaco nell’esofago, test di motilità esofagea (manometria) che misura le contrazioni muscolari nell’esofago durante la deglutizione e studi sullo svuotamento dello stomaco.
Le cure devono partire da modifiche allo stile di vita e alla dieta, possono però prevedere farmaci e più raramente interventi chirurgici. Per molti pazienti, possono essere necessari da due a tre mesi di dieta e assunzione di farmaci per apprezzare i primi effetti della cura.