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musica per dormire meglio

musica per dormire meglio

Addormentarsi ascoltando la propria musica preferita è un’abitudine molto diffusa. Talvolta addirittura la musica viene usata come una vera e propria cura per combattere l’insonnia. Un piacevole brano musicale infatti favorisce il rilassamento psicologico, aiuta a distrarsi dai pensieri stressanti che ci affollano la mente e riesce a stimolare un atteggiamento positivo. La musica è spesso utilizzata per mascherare, oscurare e coprire i rumori di sottofondo ambientali, come quelli fastidiosi dei vicini di casa o quelli endogeni, ad esempio degli acufeni. L’utilizzo della musica come “distrattore” da fattori endogeni o ambientali, è considerato da sempre il motivo che spinge più di frequente ad utilizzarla quando ci si corica per andare a riposare. La musica si dimostra un efficace sistema per distrarre dai pensieri, e in particolare da quelli negativi, secondo quanto emerge anche da un recente articolo pubblicato dall’Università di Sheffield. Perché allora non introdurre una musica appropriata tra le terapie da utilizzare in caso di disturbi del sonno? È del resto limitativo considerare la musica unicamente come distrattore per coloro che sono disturbati da rumori interni o esterni. Ce lo insegnano i giovani che piú spesso ascoltano la musica prima di addormentarsi e certamente sono i meno disturbati da acufeni o rumori molesti. Lo fanno semplicemente perché qualche piacevole brano musicale favorisce l’addormentamento.
«È stato eseguito un ampio studio sull’uso quotidiano della musica per addormentarsi che ha rivelato effetti tra i piú vari, che vanno ben oltre il rilassamento prima di addormentarsi. Non c’è solo chi è mosso dalla necessità di ottenere un mascheramento uditivo, la musica viene usata anche per banale abitudine, per passione verso un genere o un autore, o per semplice distrazione mentale».
Non è quindi indispensabile ricorrere all’ascolto di playlist musicali “sedative” o “ipnotiche” per aiutare l’addormentamento. A questo scopo si erano studiate apposite tracce con ritmo relativamente basso a 60-80 battute al minuto, frequenze basse e variazioni musicali ridotte. In realtà è la musica auto-selezionata da ogni singolo individuo – di qualsiasi genere essa sia – ad essere più analgesica e ansiolitica rispetto a fonti sconosciute a chi le ascolta. In più, essere convinti che la musica ascoltata favorisca l’addormentamento può funzionare effettivamente per prendere sonno, in virtù di una combinazione benefica tra l’uso terapeutico della musica, le proprie preferenze musicali e l’effetto placebo.
La “canzone del sonno perfetta”, é quindi qualsiasi melodia, purché sia piacevole, conosciuta, apprezzata, frutto dell’auto-selezione di ciascun individuo. Le preferenze per un genere musicale, per un ritmo, per determinate frequenze, ottengono effetti completamente differenti sui livelli di neuro-eccitazione e sull’attività neurale, riflettendo la complessa relazione tra le proprietà della musica e gli effetti sul cervello e sul corpo. In che modo questo si realizzi, da un punto di vista biologico, perché sia efficace su ansia ed eccitazione, solo il dosaggio di biomarcatori come cortisolo o ossitocina potranno esplorarlo in futuro, rivelando i potenziali meccanismi biologici che sono alla base del sonno musicale.
Ecco quindi la musica come una eccellente soluzione che ci aiuta a gestire le conseguenze economiche, fisiche e psicologiche conseguenti alla perdita del sonno. E se molto spesso i farmaci si rivelano inefficaci o possono presentare effetti collaterali, la musica non ha controindicazioni, è a basso costo ed è universale.