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L’ameba che “mangia il cervello”

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L’ameba che “mangia il cervello”

La Naegleria  è un’ameba cioè un organismo vivente unicellulare. È così piccolo che può essere visto solo al microscopio. Si trova comunemente in acque dolci e calde (come laghi, fiumi e sorgenti termali) e nel suolo. Ma c’è una specie di  Naegleria che può  infettare l’uomo e essere molto pericolosa:  la Naegleria fowleri.

Di regola entra nel corpo attraverso il naso quando le persone nuotano, si immergono o quando mettono la testa sott’acqua nei laghi e nei fiumi. L’ameba procede senza creare alcun disturbo lungo il naso fino al cervello, dove distrugge il tessuto cerebrale e provoca un’infezione devastante chiamata meningoencefalite amebica primaria quasi sempre fatale.

Le infezioni da Naegleria fowleri possono verificarsi anche quando pazienti immunodepressi utilizzano acqua di rubinetto contaminata per pulirsi il naso.

Non ci sono prove che la Naegleria fowleri  possa diffondersi attraverso il vapore acqueo o le goccioline di aerosol, le persone non possono esserne infettate  bevendo acqua contaminata. La pericolosa ameba non vive nell’acqua salata del mare, ma si riproduce nelle acque dolci e calde e nel suolo in tutto il mondo.  Si tratta di un organismo amante del calore, il che significa che prospera in luglio, agosto e settembre e ama l’acqua calda. Cresce meglio a temperature elevate fino a 46 °C e può sopravvivere per brevi periodi a temperature ancora più elevate.  L’ameba può essere contratta con immersioni in acqua dolce calda, come laghi e fiumi, piscine, o altri luoghi ricreativi mal mantenuti o che non contengono abbastanza cloro, ma anche nell’acqua del rubinetto e nello scaldabagno.

I primi sintomi della infezione iniziano solitamente circa 5 giorni dopo il passaggio attraverso le cavitá nasali e possono includere mal di testa, febbre, nausea o vomito. I sintomi evolvono e possono includere torcicollo, confusione, mancanza di attenzione, convulsioni, allucinazioni e coma. Dopo la comparsa dei sintomi, la malattia progredisce rapidamente e solitamente causa la morte entro circa 5 giorni.

Il tasso di mortalità è superiore al 97%. Solo quattro persone sono sopravvissute su 157 individui infetti descritti finora dal 1962 al 2022. Si teme che le infezioni da Naegleria fowleri diventeranno più frequenti a causa dei cambiamenti climatici.  Con l’aumento della temperatura dell’aria, aumenta anche la temperatura dell’acqua nei laghi e negli stagni e i livelli dell’acqua potrebbero abbassarsi. Queste condizioni forniscono un ambiente più favorevole alla crescita dell’ameba. Anche le ondate di calore, quando la temperatura dell’aria e dell’acqua possono essere più elevate del solito, possono consentire alle amebe di prosperare.