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Vino rosso e mal di testa

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Vino rosso e mal di testa

Per il filosofo greco Celso il vino era la cura per numerosi disturbi, dalla stanchezza alla febbre, alla tosse e perfino alla stitichezza. Ma nonostante i suoi sicuri poteri curativi, l’uva, ammetteva ai suoi fedeli lettori, può provocare strani mal di testa.

Ora, i ricercatori ritengono di aver scoperto il motivo per cui il vino, in particolare il vino rosso, in talune persone causa mal di testa improvvisi. Quando il fegato elabora questa particolare bevanda, produce una sostanza che ha gli stessi effetti di un farmaco che viene prescritto per far sentire malissimo gli alcolisti e limitarne la dipendenza.

“Pensiamo di essere finalmente sulla strada giusta per spiegare questo mistero vecchio di millenni”, ha affermato Morris Levin, direttore dell’Headache Center dell’Università della California.

Il mal di testa da vino rosso è una sensazione diversa da quella che potremmo sperimentare dopo una sbornia, perché  si manifesta per lo più la mattina dopo una bevuta eccessiva. Spesso la cefalea da vino rosso compare già pochi minuti dopo aver bevuto solo uno o due bicchieri.

Sin dai tempi di Celso, i ricercatori hanno analizzato tutti i tipi di componenti del vino rosso alla ricerca della causa. I tannini, i solfiti e le ammine biogene sono tutti stati indagati. Finora, nessuno era stato individuato come un sicuro fattore scatenante.

In un articolo scientifico molto recente, ricercatori statunitensi hanno affermato di essersi concentrati sui flavonoidi fenolici, composti che derivano dai semi e dalla buccia dell’uva e che contribuiscono al colore, al gusto e alla sensazione in bocca del vino rosso. I livelli di tali flavonoidi possono essere 10 volte più alti nei vini rossi rispetto ai bianchi, rendendoli i primi candidati a causare mal di testa immediati.

Quando le persone bevono vino, l’alcol viene metabolizzato in acetato in due passaggi. Il primo converte l’alcol sotto forma di etanolo in acetaldeide. Il secondo trasforma l’acetaldeide in acetato. Enzimi specifici nel fegato sono all’origine di ciascuno di questi processi.

Il professor Andrew Waterhouse, esperto di viticoltura presso l’Università della California, Davis, ha eseguito test di laboratorio su più di una dozzina di composti presenti nel vino rosso. Uno si è distinto. Un flavanolo chiamato quercetina, presente quasi esclusivamente nel vino rosso, viene trasformato nell’organismo in diverse sostanze. Una di queste, la quercetina glucuronide, si è rivelata particolarmente efficace nel bloccare l’enzima che converte l’acetaldeide in acetato.

Questa sembra la chiave per risolvere il mistero. Con la soppressione dell’enzima cruciale, l’acetaldeide tossica si distribuisce con il flusso sanguigno, nell’organismo. Ad alti livelli, questo provoca mal di testa, nausea, rossore al viso e sudorazione. Agirebbe infatti proprio come un farmaco chiamato disulfiram,  che, bloccando lo stesso enzima, viene usato per curare gli alcolisti producendo gli stessi fastidiosi sintomi se bevono.

Secondo i ricercatori, quando le persone sensibili bevono vino rosso contenenti quantità anche modeste di quercetina, possono sviluppare mal di testa, soprattutto se sono inclini all’emicrania. Perché alcuni siano più colpiti di altri non è chiaro: i loro enzimi potrebbero essere più facili da bloccare, o potrebbero semplicemente essere più suscettibili all’acetaldeide tossica.