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il silenzio

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il silenzio

Il suono e il silenzio potrebbero sembrare degli opposti. Tuttavia, secondo una serie di recenti ricerche, il nostro cervello li percepisce allo stesso modo. Il silenzio potrebbe essere assenza di suono, ma gli scienziati dicono che quello che giudichiamo silenzio, non dipende dal fatto che non sentiamo altri suoni, ma che possiamo direttamente percepirlo.

L’ipotesi fondamentale presuppone una domanda curiosa e complessa: esiste il silenzio? Si può sentire? Attiva il nostro sistema uditivo? Se esso è solo l’assenza di rumore, e dunque non esiste di per sé, allora è impossibile che si riesca a percepirlo con i sensi. Tre studiosi dei dipartimenti di filosofia e psicologia cognitiva della Johns Hopkins University hanno provato a risolvere questa controversia tramite un metodo sperimentale piuttosto indaginoso e complesso che ha coinvolto 1000 partecipanti. Secondo i risultati di questi studi  il modo in cui elaboriamo il silenzio è molto simile a quello in cui percepiamo i suoni.

Risultati simili si sono ottenuti in tutti i vari esperimenti e hanno portato alla conclusione che gli esseri umani sperimentano il silenzio e il suono più o meno allo stesso modo: sia il suono che il silenzio possono influire e distorcere la nostra percezione del tempo. Federica D’Auria dell’Università di Padova conclude: ” anche l’esperienza del silenzio sembra rappresentare, per certi versi, una forma di ascolto, supportando così la teoria percettiva. Questo risultato suggerisce che gli esseri umani riescono, in qualche modo, a “sentire” il silenzio, che costituirebbe perciò un vero e proprio oggetto della nostra esperienza sensibile, e non solo il concetto teorico che usiamo per indicare la mancanza di suono. Resta ancora da capire cosa sia esattamente il silenzio nella nostra percezione. Se siamo in grado di identificare un suono perché ne riconosciamo altezza, intensità, timbro o durata, come riconosciamo un momento di quiete? L’ipotesi degli autori è che il silenzio venga recepito dal nostro cervello come se fosse un “blank file”, ovvero un oggetto digitale privo di contenuto, come ad esempio un documento di testo in cui non è stata scritta alcuna parola.”