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I tormenti di Goya da vecchio

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I tormenti di Goya da vecchio

Nella produzione di Goya possiamo individuare, grosso modo, due periodi: il primo, quello dell’affermazione del suo valore, che com- prende il periodo degli arazzi e dei ritratti; il secondo, quello della libertà espressiva, che è caratterizzato da una multiforme produzione di capolavori che va dalle Majas, alle Pitture nere. Questo secondo periodo porta il segno di una grave malattia, forse la lue contratta in gioventù, che lo portò alla sordità completa, dopo un inizio acuto incominciato all’età di 46 anni.  Goya, pittore di corte a fine ‘700, dipinse la società del suo tempo; i suoi soggetti spaziano dalla dolcezza dei bambini alla sensualità delle Majas, dall’orrore dei mostri prodotti dalla fantasia, non più controllata dalla ragione, alla pensosa severità delle sue donne che non sorridono mai, dalla atrocità delle scene di guerra alla violenza della tauromachia. Quando si rese indipendente dalle committenze, la sua opera pittorica si liberò dai vincoli e allora comparvero mostri, streghe, scene di violenza e tutto il bagaglio fantastico legato alle ansie, inquietudini, ed incubi che furono parte integrante della sua personalità. In alcuni suoi quadri il clima della follia è ritratto alla perfezione.  Nel novembre 1792 Goya si ammalò gravemente in Siviglia; lamentava cefalea, vertigini, acufeni, sordità e disturbi della vista, paresi al braccio destro. Ne conseguí uno stato di depressione accompagnato da atteggiamento stuporoso con allucinazioni e deliri. Molto si è discusso sulle cause di questa grave infermità. Si ipotizzò una encefalopatia luetica, oppure mercuriale da trattamento antiluetico, o ancora da piombo contenuto nei colori che maneggiava. La sordità si aggrava e dopo il 1793 il modo di dipingere di Goya si modifica, i soggetti trascendono la realtà e acquistano tonalità sempre più fantastiche e drammatiche. Se vogliamo dar credito all’ipotesi che la malattia del grande pittore sia stata, almeno in parte, dovuta a fatti tossici legati alla sua attività professionale, dobbiamo ricordare che tra i pigmenti di origine minerale usati per ottenere colori erano soprattutto quelli contenenti piombo a possedere la maggiore tossicità. L’assorbimento prolungato di questo metallo attraverso la pelle o le vie respiratorie può produrre, nel lungo periodo, una lenta intossicazione, responsabile di danni neurologici, intestinali e sensoriali.