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Gulliver e le vertigini

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Gulliver e le vertigini

Jonathan Swift, nato in Irlanda nell’anno 1667 da padre e madre inglesi, autore de: “i viaggi di Gulliver”, può essere considerato come uno dei maggiori scrittori della letteratura inglese. Non godeva di una salute particolarmente stabile, tanto che ispirò il contemporaneo T.G.Wilson che scrisse: “Swift and the doctors”, in cui è possibile ricostruire il percorso patologico dello scrittore irlandese affetto tra l’altro da una sindrome vertiginosa particolarmente invalidante. Gran parte della sua vita fu caratterizzata da un quadro clinico caratteristico della malattia di Ménière; praticamente con una durata di ventitré anni.  Il 20 novembre 1733 in “Letters of Jonathan Swift to Charles Ford”, esiste un riferimento al fatto che i Dottori avevano avanzato l’ipotesi di una correlazione tra il sintomo sordità ed il sintomo vertigine; nella stessa occasione l’autore irlandese si rammarica del fatto che, anche se nel ricettario londinese erano presenti dei suggerimenti terapeutici per entrambi i sintomi, nessun medico glieli avesse prescritti.  In pratica i medici di allora imputavano la sua ipoacusia d una forma di sordità cerebrale derivante da una malattia cronica del cervello o del suo rivestimento, caratterizzata da vertigine, disturbi di stomaco e da un interessamento più in generale dello stato di salute e  gli fu più volte suggerito e praticato suggerisce un salasso alla nuca, naturalmente senza alcun miglioramento dei sintomi.  All’età di settanta anni, Swift afferma con disillusione e amarezza che, pur avendo stimato nella sua vita molti medici, con i quali aveva avuto rapporti professionali, non ha mai ricevuto il minimo beneficio dai loro suggerimenti terapeutici e dalle loro prescrizioni. Il professor Prosper Ménière descrisse questa sindrome molto più tardi nel 1861 riportando esattamente i sintomi che molte volte Jonathan Swift aveva descritto ai medici dell’epoca perché lo aiutassero.