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L’ARIOMA, il covid dei nostri nonni

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L’ARIOMA, il covid dei nostri nonni

C’è una malattia che mi ha terrificato fin da bambino, perché la citava mia nonna, e minacciava che l’avrei contratta se non mangiavo. Piú avanti nel tempo l’ho dimenticata, anche perché non l’ho mai ritrovata sui libri di studio.  L’ho ricercata però di recente e l’ho ritrovata citata nel blog di Duccio Canestrini: ” in Trentino esiste una patologia regionale che non figura nei libri di medicina. E’ il caso dell’arioma, o rioma, una misteriosa infermità che affliggerebbe soprattutto i bambini e sconcerta ancora i medici condotti.  Era così definita una malattia della prima infanzia non meglio conosciuta, che si manifestava con convulsioni, eruzioni cutanee e uno strano colore delle feci ed era il principale motivo di morte in età infantile”. Elia Andreoli, dottorando a Verona, ha scoperto che la malattia ha determinato attorno al 1769 il decesso di ben 266  bambini,  solamente in una piccola frazione di 500 anime del veronese e vi ha scritto la sua tesi per la laurea. Una malattia epidemica come il Covid? Dalla tesi leggiamo che «solo parte dei tantissimi neonati raggiungeva il primo anno di età; ancor meno i 5 anni e poi l’età adulta: il 41 per cento dei morti totali è deceduto entro il primo anno di vita; il 15 per cento entro i primi 5». E aggiunge: «Impressionante rilevare l’altissima mortalità infantile e vedere che la causa era “arioma”». La descrizione più completa si trova sul vocabolario del dialetto trentino di Elio Fox che alla voce arioma riporta: “convulsione, spasimo, tremito nervoso, malore, crisi convulsiva (dei bambini)” e prosegue con le note di storia delle terapie che venivano intraprese a base di “ont per l’arioma”. Si trattava di un unguento ottenuto con un pizzico di corno di cervo pestato, un pugnetto di anice, due fette di limone, il tutto bollito in olio. Altri massaggiavano sulla pelle del bambino “certi grassi e grossi lombrichi, che in certe occasioni ed in specialissimi modi si estraggono dai letamai.”  Con il tempo, il significato del termine arioma é mutato  e più che un problema specifico di interesse pediatrico, definisce oggi uno stato di agitazione psicomotoria, “esplicitato per esempio nella parlata dialettale: Tasi ‘n moment che te me fai vegnir l’arioma”. Un termine che oggi in italiano potrebbe corrispondere ad ansia, ma anche confusione, comunque un malessere piuttosto mal definito.