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Ascoltiamo la nostra voce

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Ascoltiamo la nostra voce

Mentre l’udito consiste nella ricezione passiva del suono, l’ascolto è il processo attivo di sintonizzazione su quei suoni che desideriamo ricevere, e di esclusione di quelli che non desideriamo sentire. L’ascolto implica tanto la percezione dei suoni esterni che di quelli della nostra stessa voce. Nelle prime fasi dell’acquisizione del linguaggio, i bambini ricevono il suono dall’ambiente circostante. In seguito cominciano a “scegliere”, uditivamente parlando, quei suoni che hanno un significato come “mamma, papà, latte, succo”, e così inizia il  processo di ascolto. In seguito, da più grandicelli,  rimodellano questi suoni con la propria voce modellandoli su ciò che hanno sentito (processo definito auto-ascolto). Questo stesso processo é quello che si attua nell’acquisizione del canto, che la maggior parte dei bambini padroneggia con facilità e grazia. Per molti bambini, il canto viene acquisito prima e più velocemente della parola.  In poche parole, imparare a cantare allena anche la nostra capacità di ascoltarci cantare. Questa abilità richiede la messa a punto e il rafforzamento del controllo uditivo della voce. Qualsiasi carenza che comprometta la precisione, la chiarezza e il tempo nel controllo audio-vocale, può influenzare direttamente e inconsapevolmente alcuni aspetti della qualità della voce nel canto. Queste carenze possono causare problemi come difficoltà nel riconoscimento corretto del suono o una distorsione  della percezione uditiva. Nelle forme più severe di alterazione di questo controllo automatico si arriva a cantare stonati. Difficoltà più lievi, indotte dall’ascolto impreciso si traducono in una riduzione dell’estensione vocale, nella perdita di controllo sull’intensità della voce o difficoltà nel “mantenere il ritmo”.