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Quando il bambino non parla

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Quando il bambino non parla

Il disturbo specifico del linguaggio (DSL) è un disturbo della comunicazione che rallenta e ritarda la capacità di parlare nei bambini. Naturalmente si parla di bambini che apparentemente non hanno alcun motivo per non parlare come gli altri, per esempio non hanno una perdita dell’udito e nessun problema di intelligenza. Un DSL influenza il modo di parlare, ascoltare, leggere e scrivere di un bambino, cioé tutte le varie espressioni che si usano abitualmente per comunicare. Può anche essere definito disturbo dello sviluppo del linguaggio, ritardo del linguaggio o disfasia dello sviluppo. È uno dei più comuni disturbi che possono influenzare lo sviluppo della crescita, e si manifesta circa nel 7-8 percento dei bambini all’asilo. L’impatto di questo disturbo talvolta persiste fino all’età adulta.
La causa è sconosciuta, ma recenti studi suggeriscono che ha un forte legame genetico. I bambini con DSL hanno maggiori probabilità di avere genitori e fratelli che hanno anche avuto difficoltà e ritardi nel parlare. In effetti, dal 50 al 70 percento dei bambini con ritardo del linguaggio ha almeno un membro della famiglia con lo stesso disturbo.
L’apprendimento di più di una lingua alla volta non sembra avere un ruolo in questo tipo di ritardo. Il disturbo può, infatti, colpire sia i bambini multilingui che quelli che parlano una sola lingua.
Indagando nella storia di un bambino con DSL vediamo quasi sempre che ha iniziato a parlare con ritardo.
Uno sviluppo regolare della comunicazione nel bambino, infatti prevede alcune tappe molto precise:
La prima è la cosiddetta lallazione. Il bambino a 6 mesi circa comincia a produrre brevi suoni ripetuti, che lo divertono e lo stimolano a continuare nella vocalizzazione.
Verso i 9-13 mesi cresce la capacità di interagire con l’ambiente e le altre persone. Il piccolo cerca a questa età di comunicare, richiamando l’adulto (es. mamma, papà).
A circa 12 mesi il bambino esprime le sue prime parole. A 16 mesi il vocabolario medio di un bambino è di circa 50 parole.
Dai 18 mesi si assiste al fenomeno dell’esplosione del vocabolario. Il bambino a 30 mesi conosce e pronuncia circa 150 parole ed incomincia a sviluppare le prime frasi. Dai 24 ai 36 mesi, la capacità linguistica del bambino si sviluppa con una rapida accelerazione fino alla produzione di frasi complete.
I bambini in età prescolare con DSL non sono in grado di mettere assieme le parole per comporre frasi complete, fanno fatica ad imparare le parole nuove e fare conversazione, talvolta non comprendono bene quello che noi diciamo a loro. Di conseguenza anche gli errori grammaticali sono frequenti.
Molti adolescenti che hanno manifestato un ritardo di linguaggio da bambini, quando diventano più grandicelli raggiungono le capacità dei coetanei, altri però non superano tutte le difficoltà linguistiche. Se permangono nell’adulto, comportano un uso limitato di frasi complesse, difficoltà a trovare le parole giuste, difficoltà a comprendere il linguaggio figurato, problemi di lettura, disorganizzazione nella scrittura e nel racconto oltre a frequenti errori grammaticali e di ortografia.
Ogni qualvolta il pediatra, l’insegnante o un genitore sospetta che un bambino sia affetto da un ritardo del linguaggio, va interpellato il foniatra che é lo specialista della comunicazione. Egli si avvarrà di un logopedista che può valutare le abilità linguistiche del bambino attraverso l’osservazione diretta del bambino, interviste e questionari compilati anche da genitori e insegnanti, valutazione diretta della capacità di apprendimento del bambino, test in grado di valutare perfettamente le capacità linguistiche.
Questi strumenti consentono al logopedista di confrontare le abilità linguistiche del bambino con quelle dei coetanei, identificare difficoltà specifiche e pianificare gli obiettivi del trattamento.