www.rolandofustos.it | Cavie di un siero sperimentale
1762
single,single-post,postid-1762,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-3.2.3,paspartu_enabled,menu-animation-underline,wpb-js-composer js-comp-ver-4.12,vc_responsive

Cavie di un siero sperimentale

Cavie di un siero sperimentale

Uno dei cavalli di battaglia di chi resiste al vaccino é l’affermazione “ci iniettano un siero sperimentale, non vogliamo essere le cavie di nessuno!”
Si tratta di una affermazione facilmente smontabile anche solo sul piano lessicale. Chi la sostiene non conosce il significato dei termini che usa. Non sarebbe difficile verificarlo in rete con una rapidissima ricerca Google. Consultando Wikipedia chiunque può apprendere che: “Il siero è il liquido tratto dal sangue, formato da plasma senza fibrinogeno, fattore VIII, fattore V e protrombina”. Elementare pertanto la conclusione: il vaccino non é siero.
La seconda parola “sperimentale”, viene utilizzata in maniera subdola per confutare la sicurezza del vaccino stesso e cavalcare le paure delle persone. Wikipedia ci spiega con una sintesi molto comprensibile le tappe della sperimentazione di un farmaco. Leggiamo: “Le fasi della ricerca clinica sono le fasi in cui gli scienziati conducono esperimenti a scopo sanitario per ottenere prove sufficienti per considerare efficace un trattamento medico. La ricerca clinica viene condotta su farmaci, vaccini, nuovi dispositivi medici e nuovi test diagnostici.” E ancora: “Per lo sviluppo dei farmaci, le fasi cliniche iniziano con test di sicurezza su pochi soggetti umani, quindi si espandono a molti partecipanti allo studio (potenzialmente decine di migliaia) per determinare se il trattamento è efficace.”
La reale sperimentazione prevede poi varie fasi che sono scandite nettamente. Si inizia sempre con la cosiddetta sperimentazione preclinica su modelli sperimentali non umani. Si passa poi alla sperimentazione su volontari umani per verificare la farmacocinetica (assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione), la sicurezza clinica e l’efficacia. Solo dopo il superamento di queste fasi si passa alla messa in commercio del prodotto. Il vaccino termina allora di essere sperimentale ma si mantiene una sorveglianza vigile che si protrae per tutto il periodo in cui il vaccino é sul mercato.
Le pretestuose resistenze al vaccino giocano sull’equivoco, confondendo la fase post marketing che si chiama farmacovigilanza con una fase sperimentale che per ogni farmaco in commercio é già ampiamente superata.
Ben venga quindi la farmacovigilanza, cioè “gli studi eseguiti dopo che un farmaco è stato messo in uso che riguardano milioni di pazienti, e consentono valutazioni statistiche più accurate, con un campione di scala grande a sufficienza per mettere in risalto effetti che riguardano il 2% della popolazione, come un aumento della mortalità pari al 2%, una percentuale non rilevabile negli studi preliminari su piccoli gruppi di pazienti.” Tutti i farmaci attualmente in commercio sono sotto continua osservazione in farmacovigilanza, anche i vaccini che tanto spaventano.