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L’estate del gregge

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L’estate del gregge

La bella notizia é che le regioni stanno per diventare bianche. Lo stivale, fino a poco tempo fa tutto rosso, si scolorisce progressivamente. Quali sono le ragioni di un tanto atteso miglioramento? Calano i nuovi infettati dal coronavirus: ma é perché cambia la stagione e ci avviciniamo al clima estivo o calano per l’efficacia della campagna vaccinale e sentiamo già i benefici dell’effetto gregge? La domanda é lecita e la ricerca di una risposta ci serve per chiarire alcuni punti ancora oscuri. Se si considera l’influenza della stagione sulla diffusione del Sars-Cov2 ancora molti si ostinano a negarla. Guido Silvestri, noto patologo, immunologo e virologo, afferma: “la stagionalità dei virus respiratori (compresi i coronavirus) nelle regioni a climi temperati è un fenomeno conosciuto da secoli e perfettamente spiegabile da un punto di vista immunologico e virologico, a partire dal fatto che le persone d’estate passano più tempo all’aperto e vivono più distanziate tra loro”.
I negazionisti della stagionalità del coronavirus però ribattono: “e allora in India e Sudamerica?” La risposta della comunità scientifica é piuttosto semplice: si tratta di climi tropicali, quindi completamente diversi dal clima temperato nel quale viviamo noi. Silvestri continua: “L’effetto “protettivo” dell’estate in Europa e Nord America si è visto ovunque, indipendentemente dalle restrizioni usate, in Svezia esattamente come in Italia”.
Se quindi questo ragionamento può valere come risposta a coloro che insistevano a chiudere tutto, invocando strette misure di confinamento, d’altro lato non deve giustificare posizioni di resistenza al vaccino con la semplicistica giustificazione: “tanto ci penserà l’estate”.
Il premier Draghi si è dimostrato saggio e ben consigliato e nella sua riapertura ragionata e progressiva ha tenuto conto consapevolmente anche di questo fondamentale fattore. In autunno, con l’arrivo della cattiva stagione, non ci si potrà distrarre e, consapevoli che la diffusione del virus sarà più facile, eventuali misure di contenimento potrebbero rendersi nuovamente necessarie. L’influenza spagnola del 1918-19 ebbe un terzo picco, più blando del secondo, ma notevolmente più grave del primo. Non é escluso che al termine della stagione estiva dovremo aspettarci nuove chiusure, coprifuoco, distanziamento e mascherina.
Non ci illudiamo che i vaccini già funzionino nel dare immunità di gregge quando le percentuali di persone vaccinate sono ancora relativamente basse. “Questo atteggiamento porterebbe a rilassare la campagna vaccinale, quando invece dobbiamo spingere tutti per vaccinare come matti, da adesso fino ad ottobre, in Italia come in Europa e Nord America, approfittando in pieno della tregua estiva, per arrivare a quella quota, che molti situano attorno al 70-80%, che davvero permetterà di stroncare la diffusione di SARS-CoV-2” conclude Silvestri.