www.rolandofustos.it | lockdown e acufeni
1631
single,single-post,postid-1631,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-3.2.3,paspartu_enabled,menu-animation-underline,wpb-js-composer js-comp-ver-4.12,vc_responsive

lockdown e acufeni

bob-brewer-W8VDpcZeeFc-unsplash

lockdown e acufeni

Analizzando dopo un anno di pandemia come sono cambiate le patologie che afferiscono all’ambulatorio specialistico Orecchi-Naso e Gola, oltre alla drastica diminuzione dei pazienti con infezioni respiratorie si é manifestato un sensibile aumento di altre patologie. Il maggiore incremento lo hanno avuto i cosiddetti “fischi all’orecchio”.
I pazienti con acufeni sono stati colpiti moltissimo dagli effetti negativi del lockdown. Su questa amara conclusione concordano tutti gli specialisti in otorinolaringoiatria. All’Ospedale di Bari una ricerca eseguita su questo fenomeno e pubblicata sull’importante rivista scientifica internazionale European Archives of Oto-Rhino-Laryngology ha confermato un sensibile incremento di casi e aggravamento di sintomi.
“Questi pazienti, già colpiti duramente da una malattia che non lascia tregua nel corso degli anni di vita e per la quale spesso ci sono scarse soluzioni definitive, hanno subito un peggioramento della sintomatologia proprio durante le settimane di quarantena“, dice il dottor Paolo Petrone, coordinatore dello studio.
“Le cause riconducibili a questo peggioramento sono da ritrovarsi, secondo noi, e secondo i dati che abbiamo raccolto dallo studio di questi pazienti in diversi fattori. Il blocco del traffico e la diffusione di un silenzio cui non eravamo più abituati sono stati gli elementi chiave per la maggior parte dei pazienti affetti da acufeni che abita nei centri urbani ad alta densità di popolazione. Ma non solo, molti di questi pazienti, costretti a casa dalla quarantena, sono stati costretti a riorganizzare la propria vita lavorativa con lo smart-working, riducendo spostamenti e ritmi frenetici della vita quotidiana, oltre a ridurre tutti gli aspetti emotivi connessi alla interazione con colleghi e datori di lavoro. Ultima, ma non di minore importanza, è l’influenza psicologica determinata dalle costanti notizie dei media sulla diffusione del Coronavirus che ha sicuramente avuto un ruolo determinante nell’aumentare, in pazienti già affetti da problemi d’ansia e di tensione emotiva, la componente psicogena di metabolizzazione degli acufeni“.
Il blocco e l’isolamento hanno, quindi amplificato gli effetti e fastidio dell’acufene. “Molte persone affette da acufene vivevano da sole con questo costante fastidio alle orecchie e, senza altre distrazioni durante il blocco, il fastidioso rumore balza in primo piano nei loro pensieri in ogni momento della giornata”, afferma il dott. Domingo della Flinders University nel Regno Unito. “Quando non hai nient’altro che ti distragga, il rumore prodotto dall’acufene diventa molto fastidioso, soprattutto quando cerchi di addormentarti. È talmente pervasivo che in casi estremi si manifesta come la parte più sconvolgente della vita e, in taluni casi, aumenta fino a provocare un severo problema di salute mentale.”
Anche il COVID-19 stesso, in uno studio appena pubblicato da un gruppo di otorinolaringoiatri di Manchester é da considerarsi responsabile di acufeni e altri disturbi all’udito in circa il 14,8% di chi contrae il virus.