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Ascolto attivo e relax comunicativo

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Ascolto attivo e relax comunicativo

Ci siamo mai chiesti davvero cosa significa ascoltare? Quale é la differenza tra sentire e ascoltare? Nell’uso quotidiano e colloquiale spesso i significati vengono interscambiati, molte volte impropriamente.
Le abilità comunicative di una persona non sono giudicate in base alle sue capacità uditive, ma alle sue modalità di ascolto. Non si tratta di un gioco di parole.
Vi è una differenza fondamentale tra sentire ed ascoltare.
Noi crediamo di usarle indifferentemente, in realtà se ci pensiamo bene non diremmo mai «Ieri ho udito dire che il prossimo week-end pioverà» come invece possiamo quasi sempre sostituire “udire” con “sentire”: ho udito una voce, ho sentito una voce. Quindi: “sentire” può essere usato al posto di “udire”, ma non viceversa, infatti “udire” e “sentire” hanno un significato profondamente diverso. Sentire è un fatto fisiologico involontario, sentiamo i suoni che raggiungono il nostro sistema uditivo e lo stimolano. L’ascolto è qualcosa di diverso e prevede la volontà di farlo. Limitandosi al “sentire” non sempre si comprende, è ascoltando che si raggiunge l’obiettivo.
La conclusione ovvia è che l’ascolto sia qualcosa di più complesso del semplice udire e l’ascolto “attivo”, cioè quello veramente utile, si raggiunge attivando la concentrazione, ponendo interesse.
L’ascolto è quindi il risultato della somma di diverse capacità, di cui quella uditiva è la principale, ma anche le altre non sono meno importanti. Quando chi ascolta non le attiva, fa la parte del sordo e…..”non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
“All’inizio dell’estate molte mamme di ragazzini ipoacusici hanno richiesto dei controlli uditivi urgenti perché il figlio sembrava non sentire più bene come prima. In realtà nulla era cambiato per quanto riguardava le loro capacità uditive, ma era evidente che la mancata frequenza scolastica per il lockdown aveva, per così dire, disattivato le basi dell’ascolto attivo, ponendo il ragazzo in una condizione di relax comunicativo, con risposte meno pronte ed immediate anche a casa.” scrive il Prof. Sandro Burdo di Varese.
La ripresa della scuola é certamente in grado di risolvere questi comportamenti comunicativi impigriti. Rientrare in un mondo ricco di comunicazioni verbali, la ripresa dell’uso di molte parole e una immersione nei suoni della vecchia quotidianità é lo stimolo determinante ed adeguato per un efficace “ascolto attivo”.