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Mascherine e ipoacusia

Mascherine e ipoacusia

L’influenza della perdita dell’udito sulla comunicazione medico-paziente è stato accentuata severamente con l’avvento del coronavirus. Ospedali, reparti di emergenza e unità di terapia intensiva ospitano sempre più adulti e anziani affetti da COVID-19. Molte delle persone che sono state vittime del virus soffrono di ipoacusia, non sono accompagnate da membri della famiglia, sono fragili, hanno altre malattie croniche e spesso non hanno possibilità di indossare la loro protesi acustica. Le stime del tasso di mortalità per infezione nella fascia di età più anziana (≥80 anni) varia dall’8% al 36% e i dati basati sul sesso suggeriscono che gli uomini più anziani generalmente se la cavano peggio delle donne anziane nella loro capacità di combattere il virus.
Siamo tutti consapevoli che un caposaldo della sicurezza dei pazienti e dell’assistenza sanitaria di qualità è una comunicazione efficace che consente ai pazienti di partecipare consapevolmente alle loro cure. Affinché la comunicazione sia efficace, deve avvenire in modo appropriato all’età, alla comprensione e alle capacità di comunicazione della persona. Inoltre, le informazioni mediche, quando fornite, devono essere complete, accurate, tempestive, inequivocabili e comprese dal paziente. È assolutamente comprovato che quando i pazienti possono ascoltare e comprendere bene l’operatore sanitario, è molto più probabile che siano collaborativi e seguano le raccomandazioni del medico per soddisfare in modo ottimale le loro esigenze.
Poiché anche i fattori sociali, psicologici e ambientali influenzano la comprensione del linguaggio, specialmente in ambito ospedaliero, gli anziani sono i più svantaggiati in quella che ora è la nuova normalità. Il ricovero ospedaliero rende la situazione di ascolto particolarmente stressante. A questo si aggiunga il fatto che le cure cliniche vengono spesso erogate in ambienti particolarmente rumorosi e che distraggono, pieni di segnali acustici di allarmi ma anche conversazioni ad alta voce tra altri pazienti e operatori sanitari.
Inoltre, la difficoltà di comprendere il linguaggio per le persone con ipoacusia è ora accentuata dalle maschere che si sono rese necessarie per ridurre al minimo la diffusione del virus. Queste maschere pongono due ovvi problemi per i pazienti con ipoacusia: per primo il paziente non può ottenere alcun aiuto dalla lettura delle labbra ed inoltre la voce del medico o infermiere è attenuata e distorta dal tessuto della mascherina.
In un recente studio si dimostra che tutti i tipi di maschera influiscono essenzialmente come un filtro acustico per le parole, attenuando soprattutto le alte frequenze, che sono le più importanti per la comprensione di chi ascolta. La perdita va da 3 a 4 decibel per la mascherina chirurgica fino a a 12 decibel per le maschere FFP3. Ciò significa che il degrado della qualità del parlato, in combinazione con il rumore della stanza e l’assenza di segnali visivi, rende il discorso quasi inintelligibile per molti pazienti con ipoacusia.
Alla luce di tali conclusioni si dimostra estremamente importante l’attenzione alle norme basilari di comunicazione vocale con chi é in difficoltà. Queste sono le raccomandazioni fondamentali da rispettare nella comunicazione con coloro che hanno difficoltà uditive:
Parla lentamente
Riduci i rumori di fondo e mantieni l’attenzione del paziente
Chiedi al paziente come preferisce comunicare
Verifica che il paziente indossi l’apparecchio acustico correttamente
Utilizza se necessario un sistema di amplificazione esterno
Ripeti quando pensi di non essere stato capito
Rispetta i turni della conversazione
Non enfatizzare o accentuare il tuo eloquio
Non parlare camminando o facendo altre cose.