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Quanto chiasso, non ne posso piú

Quanto chiasso, non ne posso piú

Negli ambienti particolarmente rumorosi, è frequente vedere bambini che, evidentemente disturbati dai suoni eccessivi, si tengono le mani sulle orecchie. Nella maggior parte dei casi, questo atteggiamento continua fino a quando il rumore non cessa. Per alcuni bambini peró, la reazione a suoni forti può arrivare a provocare addirittura stati di angoscia fino ad attacchi di panico che possono durare per un tempo considerevole anche dopo la cessazione del suono fastidioso. Tra il 3,2% e il 17,1% dei bambini può manifestare questo atteggiamento. Quelli che soffrono maggiormente di questa situazione che si definisce “iperacusia” sono i bambini in età prescolare e ancora di più quelli con difficoltà di sviluppo, compreso il disturbo dello spettro autistico. I più fastidiosi sono i suoni improvvisi, inattesi, prolungati, su cui il bambino non può influire.
Tra questi, molti sono i suoni quotidiani come gli aspirapolvere, altri bambini che urlano o giocano, sirene e allarmi. Possono esserci diversi meccanismi alla base dell’iperacusia nei bambini. Nei bambini piccoli, la maturazione del sistema uditivo ancora non completata, comporta l’utilizzo di percorsi uditivi non classici. I suoni forti infatti, molto piú che nell’adulto, si proiettano verso aree non uditive del cervello, ad es. il sistema limbico e l’amigdala, responsabili della componente emozionale delle nostre reazioni. Ciò può spiegare il livello di disagio che alcuni bambini sperimentano e la reazione di “fuga o lotta” fino alla risposta di panico.
Alcuni bambini con sviluppo normale, ma piú di frequente quelli con disturbi dello sviluppo e dell’apprendimento, sembrano avere una aumentata sensibilità sensoriale, che li porta ad una risposta comportamentale esagerata alla stimolazione sensoriale, soprattutto quella uditiva. Sembra che questi bambini abbiano spesso una reattività sensoriale esaltata con una significativa difficoltà nel filtraggio uditivo. Un supermercato o una festa di compleanno con i suoi molteplici input sensoriali (visioni, suoni e odori) può portare a un “sovraccarico sensoriale” in cui il bambino si sente sopraffatto e può diventare angosciato o entrare in un ‘cortocircuito’. L’ansia stessa può contribuire ad aumentare la percezione uditiva e, a sua volta, ad aumentare la vigilanza, esacerbando l’iperacusia.
Quindi, come medici, cosa facciamo quando vediamo nel nostro ambulatorio un bambino con una tale sensibilità ai suoni? È importante fare una anamnesi approfondita e la valutazione audiologica appropriata deve essere eseguita con un’adeguata impostazione pediatrica.
Il primo passo dovrebbe essere quello di fornire una spiegazione chiara dell’iperacusia per aiutare il bambino a capire perché alcune cose devono essere forti. Per i bambini piccoli, può essere utile coinvolgerli in attività in presenza di suoni. Può essere molto utile favorire il “controllo sui suoni”, come suonare campanelli o iniziare lo studio della musica.
Individuare i modi in cui il bambino può rilassarsi è importante ed è la chiave per il successo di tutte le strategie di gestione. Una volta che si raggiunge la sicurezza che il bambino e la famiglia capiscono come iniziare a gestire la loro ansia, è possibile incoraggiarli a sperimentare anche i suoni che non amano. Questo dovrebbe essere fatto con un approccio delicato, passo dopo passo, iniziando con un suono minimamente fastidioso per stimolare la fiducia. È certamente efficace lasciare un suono soffuso di sottofondo per ridurre il contrasto del volume tra i suoni, in maniera da rendere il suono fastidioso meno evidente. Ciò aiuta il cervello ad abituarsi ai suoni e riduce la tendenza a ricercare o anticipare i suoni che poi causano angoscia. C’è una varietà di attrezzature a disposizione, incluse app, in grado di riprodurre suoni rilassanti o ambientali. Alcuni bambini potrebbero scoprire che l’ascolto di musica a basso volume con gli auricolari li aiuta. Viceversa, l’uso di tappi per le orecchie può sensibilizzare ulteriormente il sistema uditivo provocando privazione uditiva. È importante ridurne gradualmente l’uso per portare l’ansia al minimo.
Qualunque siano le strategie scelte per aiutare un bambino a gestire l’iperacusia, è importante che egli stesso sia coinvolto in questa scelta, se possibile, e che tutti coloro che lo sostengono siano collaboranti nel seguire i consigli dello specialista. Ciò contribuirà a ridurre al minimo il disagio associato all’iperacusia e a ridurne l’impatto.
Non si può sbagliare molto se si seguono i consigli di Mary Poppins: “In ogni lavoro che deve essere fatto, c’è un elemento di divertimento. Trova il divertimento, e – SNAP – il lavoro è un gioco.”