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Invecchiamento, anosmia, ageusia, ipoosmia, ipogeusia, sapore, malnutrizione, senescenza
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quando l’olfatto se ne va

quando l’olfatto se ne va

Forse non tutti sono al corrente che l’olfatto e il gusto sono collegati. Invecchiando, questi sensi possono cambiare e potremmo scoprire che certi cibi non sono più così saporiti come un tempo. I cambiamenti nell’odore o nel gusto possono peró anche essere il sintomo di una malattia. L’olfatto è un senso importante. Alcuni odori, come la colonia di tuo padre, possono aiutarti a rievocare un ricordo. Altri odori, come il fumo di un incendio, possono avvisarti del pericolo. Quando non riesci a sentire l’odore delle cose che apprezzi, come il caffè del mattino o i fiori a primavera, la vita può risultare piatta.

Invecchiando, il senso dell’olfatto tende ad affievolirsi. L’odorato è strettamente correlato al senso del gusto. Quando non si percepisce l’odore, anche il cibo può sembrare insipido. Il rischio é di perdere interesse nel mangiare. Molte patologie possono causare una perdita dell’odorato (anosmia) per un periodo transitorio. Una perdita temporanea dell’olfatto l’abbiamo sperimentata tutti in seguito a un raffreddore o influenza che provoca il naso chiuso. La capacità di sentire l’odore si recupera peró quando si sta meglio. Anche l’allergia si manifesta spesso con perdita del senso dell’olfatto.
È meglio in questi casi evitare le cose a cui si é allergici, contatti con pollini o animali domestici. Le allergie vanno sempre curate. Anche una crescita innocua (chiamata polipo) nel naso o nei seni paranasali che provoca “un naso che cola” può togliere la capacità di percepire gli odori.
Alcuni farmaci come certi antibiotici o farmaci per abbassare la pressione del sangue danno questo disturbo e dovrebbero essere sostituiti con analoghi privi di questo spiacevole effetto collaterale.
Radioterapia, chemioterapia e altri trattamenti contro il cancro influiscono negativamente sull’odorato. Il senso dell’olfatto tende però a ritornare quando il trattamento si interrompe.
Ci sono peró altre cause in grado di provocare una perdita permanente e non più reversibile dell’olfatto. Un trauma cranico, ad esempio, può danneggiare i nervi deputati a questa funzione.

A volte, perdere il senso dell’olfatto può essere il sintomo di un disturbo più grave, come il morbo di Parkinson o il morbo di Alzheimer.
Il gusto é assicurato da minuscole papille gustative nella bocca, sulla lingua, nella gola, persino sul palato. Esse ci informano sui quattro gusti fondamentali: dolce, amaro, aspro e salato. Ad essi si associano i differenti aromi che sono per l’appunto percepiti con l’olfatto.

Quando il cibo ha un sapore insipido, molte persone anziane cercano di migliorarne il gradimento aggiungendo più sale o zucchero. Questo potrebbe non essere salutare, soprattutto in presenza di ipertensione o di diabete.
Tra le cause della perdita del gusto (ageusia) troviamo quindi: farmaci, come antibiotici e pillole per abbassare il colesterolo e la pressione del sangue, che a volte possono modificare il gusto del cibo. Alcuni medicinali possono seccare la bocca (xerostomia). Avere la bocca asciutta può rendere il cibo sgradevole e spesso difficile da deglutire. Anche malattie gengivali, infezioni della bocca o problemi con la dentiera possono lasciare un cattivo gusto in bocca che cambia il sapore del cibo. Lavarsi i denti, usare il filo interdentale e non dimenticare il collutorio, può aiutare a prevenire questi problemi.
L’alcol stesso può alterare il gusto del cibo, ma anche il fumo riduce il senso del gusto. Smettere di fumare ed evitare gli alcolici rimane un consiglio sempre valido.
I rischi di una anosmia con ageusia sono in conclusione: perdita di peso, malnutrizione (mancata assunzione di calorie, proteine, carboidrati, vitamine e minerali introdotti col cibo), isolamento sociale, depressione.