www.rolandofustos.it | smell
odore, memoria olfattoria, sistema limbico, recettori, senso, molecole odorose, lobo frontale, sistema limbico
1021
single,single-post,postid-1021,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-3.2.3,paspartu_enabled,menu-animation-underline,wpb-js-composer js-comp-ver-4.12,vc_responsive

Qual è l’odore del Natale?

Qual è l’odore del Natale?

Ognuno di noi ha un ricordo olfattorio del Natale appena trascorso. Chi lo rivive nell’aroma della cannella, altri dei biscotti, ma anche la cera delle candele o la resina dell’abete possono riportarci con le loro fragranze alle feste dei giorni scorsi. Il senso dell’olfatto è indissolubilmente collegato alla memoria, e recenti ricerche suggeriscono che i ricordi evocati dall’odore siano più forti di qualsiasi memoria, anche di quella innescata ad esempio dalla musica. Rispetto a questa, gli odori riescono a suscitare più del doppio delle immagini che conserviamo nella nostra memoria.

L’olfatto è uno dei cinque sensi che aiuta  noi esseri umani a vivere meglio. Questo senso, però, per certi versi, risulta molto meno sviluppato rispetto alla maggior parte degli animali. Ciò è forse dovuto al fatto che non dipendiamo da esso per sopravvivere, nutrirci, cercare partner, ecc. Tuttavia, l’olfatto resta il più sensibile dei nostri sensi. Solo una infinitesima quantità di materia è sufficiente per stimolare le sensibilissime cellule olfattive.  Oltre alla respirazione, il naso consente a diversi odori di penetrare dall’esterno e, grazie ai recettori olfattivi situati nelle sue cavità, percepire, sentire e differenziare i vari odori.

Piccolissime molecole di odori, sotto forma di composti chimici che galleggiano nell’aria, raggiungono le narici e si dissolvono sulle mucose nasali. Una volta sciolti, i composti agiscono chimicamente sui recettori olfattivi che ne rilevano le differenze. L’attivazione di questi recettori genera, nel primo dei 12 nervi cranici, impulsi nervosi che vengono inviati direttamente al bulbo olfattivo e da lì alla corteccia cerebrale (dove avviene la “sensazione” ).

Nel bulbo olfattivo, i recettori sensoriali responsabili della trasmissione dei messaggi dei profumi, inviano le informazioni a due aree fondamentali: il lobo frontale e il sistema limbico. Il lobo frontale è responsabile del riconoscimento dell’odore. Dall’altra parte, il sistema limbico è legato alla memoria e alle emozioni. Quando riceve gli impulsi nervosi dei profumi, scatena forti emozioni basate su esperienze precedenti perché questa parte del nostro cervello dà accesso a memorie situazionali, ma anche di persone o luoghi correlati alle sensazioni olfattive percepite.  Questo sistema risulta molto sensibile, soprattutto ai cattivi odori. Grazie alla struttura del nostro naso, siamo in grado di percepire i cattivi odori in concentrazioni inferiori rispetto agli odori buoni. Ma perché l’olfatto è sensibile a questi odori sgradevoli? Fondamentalmente, perché è un tratto adattativo, poiché la percezione dei cattivi odori è legata a due emozioni fondamentali che favoriscono la nostra sopravvivenza: disgusto e paura. La percezione di un cattivo odore provoca quasi immediatamente un comportamento di evitamento: l‘olfatto innesca una risposta di combattimento o di fuga che aiuta la nostra sopravvivenza.

Perché l’olfatto è così legato ai nostri ricordi? La sensibilità alla percezione degli odori, unita alla nostra capacità di associare gli stimoli, consente al nostro senso dell’olfatto un legame diretto con la nostra memoria. L’odore del pane di una panetteria ci stimola l’appetito, l’odore del mare ci ricorda l’estate, l’odore del caffè ci fa pensare alla colazione e in definitiva facciamo inconsapevolmente un’infinità di associazioni tra diversi odori e ricordi.

Uno studio recente della Rockefeller University di New York ha dimostrato che le persone possono ricordare il 35% di quanto annusano, rispetto al 5% di ciò che vedono, il 2% di ciò che sentono e l’1% di quello che toccano.